IL MANDALA

Nel 2004 sono stata contattata dalla giornalista Letizia Michelozzi che ha pubblicato su Salute di Repubblica (15 aprile 2004)  l'intervista in cui spiego sinteticamente il significato e l'uso del mandala così come lo applico nel metodo Mandalavita®

Il MANDALA; RITROVA LA COSCIENZA 

Il mandala è uno “psico-cosmogramma’’ che serve a ritrovare l’unità della coscienza. Letteralmente, in sanscrito, significa “Cerchio sacro”. E’ un archetipo che nasce dall’anima umana ed esiste da sempre, compare in ogni cultura, in diversi tempi e il suo uso è sempre rituale e sacro. «In particolare, lo si ritrova nel buddismo e nell’induismo, seppure con molte differenze, con lo scopo di percorrere una via spirituale», spiega Rita Roberto, pedagogista e consulente familiare. «Ampliando lo sguardo possiamo scorgere figure mandaliche nei rosoni delle nostre chiese, nei labirinti, nella forma di certi templi o di certe abitazioni, come pure in siti archeologici nuragici, etruschi, romani. Usiamo la forma mandalica per certe danze popolari, nel girotondo dei bambini e questo significa che l’uomo ha bisogno del mandala per esprimere concetti molto profondi quali spazio sacro, centratura, cooperazione, unione, compresenza. Credo che sia il linguaggio non verbale e non violento per eccellenza». 
Il mandala può essere usato in molti campi quali quello psicologico, socio educativo, pittorico, scenografico,ricreaticvo e produce effetti rilassanti, riduce l’ansia, rinforza la concentrazione, la memoria e la pazienza. «Nel mio lavoro di pedagogista e di consulente familiare ho notato che, spesso, i problemi esistenziali derivano dall’incapacità di accettare le leggi cosmiche che regolano la nostra esistenza: accettare un lutto, lasciare andare un figlio per la sua strada, accettare la diversità e i cambiamenti, diventare vecchi. Che lo vogliamo o no, esse determinano la nostra vita e più resistiamo,più soffiamo nel tentativo di mutare queste leggi. Realizzando un mandala, andiamo verso l’accettazione. Impariamo ad osservarci con amore, senza giudizio, cercando di capire quanto emerge da noi stessi e prendere una direzione attraverso il messaggio che viene dall’anima. Per il suo potere risanante, Jung ne fece grande uso come risposta alla disgregazione che affligge l’uomo contemporaneo», prosegue l’esperta. «Associò il mandala al Sé, dove il cerchio esterno simboleggia i confini del l’io e le parti interne la totalità della personalità. Espresse, così, in forma non verbale, la sua teoria sul processo di “individuazione” e richiamò l’attenzione sul fatto che i simboli provenienti dall’inconscio sono una via di crescita personale».
Secondo Jung, quando nei sogni, nell’immaginazione e nei disegni dei pazienti appaiono forme mandaliche, il processo di individuazione è in atto. «Il tema dominante del mandala, infatti», continua l’esperta, «è l’idea di un centro della personalità, di una sorta di punto focale all’interno dell’anima al quale tutto sia correlato, dal quale tutto sia ordinato e il quale sia, al tempo stesso, fonte di energia. L’energia che si manifesta in un impulso irresistibile a divenire ciò che si è, ad assumere la forma caratteristica della propria natura».
Realizzare un mandala a conclusione di un’esperienza, di una consulenza familiare, o di un momento importante, significa esprimere ad un altro livello emozioni, sentimenti e pensieri. Con la pratica si può constatare che il nostro modo di guardare e vivere la vita cambia, da una modalità lineare (esclusiva, frontale, opponente, competitiva, duale) ad una circolare (inclusiva, cooperativa, accogliente). E’ opportuno fare una precisazione rispetto alla lettura per non tramutare il mandala in uno strumento interpretativo “divinatorio”. «Questo simbolo richiede di essere usato con rispetto e consapevolezza per non svalutarne l’essenza», afferma la Roberto, «anche l’uso che ne viene fatto in ambito didattico con i bambini non sempre è corretto e mi preme richiamare quanti si vogliono avvicinare a questo tema, di approfondirne accuratamente il significato prima di proporlo». E’ indicato anche come strumento rilassante e meditativo, utile per abbassare la conflittualità e imparare a mettere da parte il dialogo interno a favore di quello con l’altro. Infine, i colori hanno significati ben precisi e offrono molti spunti di lettura per la loro scelta, combinazione e uso.

Le possibili interpretazioni
Ecco alcune possibili modalità di lettura dei mandala suggeriti da Rita Roberto

Se si comincia a colorare il disegno dal centro, significa che c’è qualcosa dentro di sé che si vuole portare alla luce e si sente bisogno di maggiore spazio e apertura per valutare la situazione con chiarezza. 
Se si inizia a colorare dall’esterno, il movimento è inverso: è perché si desidera entrare nel proprio centro interiore per un ritiro meditativo in solitudine e raccoglimento.
Se si divide il mandala in due parti in senso orizzontale, si osservano gli elementi dei mondo conscio nella parte superiore e quelli dell’ambiente inconscio nella zona inferiore.
Se si divide il disegno in due parti in senso verticale, si leggeranno a sinistra le peculiarità del lato “maschile” della personalità e, a destra, quelle del“femminile”.

Dove si usa a scopo terapeutico
Si sta dimostrando un valido aiuto contro la tossicodipendenza

L'arte terapia con il Mandala è stata utilizzata da Rita Roberto, ideatrice del metodo Mandalavita, presso Il CEIS (Centro italiano di solidarietà per la tossico dipendenza) di Grosseto , alla fine degli anni novanta, con persone che stavano affrontando il duro percorso di uscita dal mondo della droga e con donne operate al seno presso la Lega rumori nel progetto VITA, scoprendo gli effetti riequilibranti che producevano nei partecipanti. Visti gli effetti positivi, è iniziata una collaborazione con li regista teatrale Mario Fraschetti, direttore del Teatrostudio di Grosseto su un percorso che unisce le tecniche mandailche a quelle teatrali. Altra strada è il percorso Mandalavita effettuato al CEM, centro educazione alla mondialità e per l'Associazione AICCeF consulenti della coppia e della famiglia, rivolto a gruppi misti e familiari per insegnare, attraverso il linguaggio creativo e non verbale del mandala, i concetti della non violenza e dell’integrazione uomo-donna, adulto-bambino ed interculturale ed interreligiosa. Altri interventi all’Ospedale Nuovo di Viareggio  e di Grosseto nell’ambito del corso di formazione dei volontari pediatrici ospedalieri ABIO, come prevenzione e sostegno del disagio del bambino e dei genitori durante il ricovero; nei percorsi "genitori in cammino" e come forma di meditazione ed autoascolto nei centri yoga.
Le tappe della psiche
USCITA
Colorare liberamente il disegno scelto o disegnare liberamente all’interno di un cerchio, senza regole, intuitivamente
OSSERVAZIONE
Porsi in osservazione tranquilla davanti ai disegno, anche in momenti successivi all’esecuzione e prendersi il tempo di percepire come ci si sente dopo questa esperienza
INTERIORIZZAZIONE
Accogliere quanto emerso senza giudizio, evitando di paragonarlo e sottoporlo a inutili e dannose critiche. Annotare e cogliere sogni e intuizioni, scrivendo un “diario di bordo”
METABOLIZZAZIONE
Valorizzare anche i piccoli cambiamenti che avvengono dentro di noi e prestare attenzione a quando si presenta il desiderio dl realizzare un altro disegno. E’ la tappa successiva di questo viaggio circolare verso sé stessi che procede in salita, come una spirale

Il progetto Mandalavita
Ogni essere vivente si sviluppa e nasce da un mandala ed è come se avesse in dotazione un bellissimo disegno da colorare e danzare attraverso la propria vita, ma anche una bussola per orientarsi: strumento per esplorarsi ed esplorare, che chiamo MANDALAVITA.

Siamo nati da una geometria sacra che regola i ritmi della creazione e guardando gli esseri viventi come mandala immagino che fanno parte di un disegno più grande e di uno più grande…. fino ad arrivare a Dio. Credo che ogni essere umano ha diritto di colorare e danzare il proprio mandala come vuole, in libera espressione e il suo prodotto vada accolto con amore e senza giudizio: fa parte del tutto. 
Fin da bambini, per essere amati, entriamo nella “sala degli specchi deformanti” che falsano l’immagine in essi riflessa e così avviene che cerchiamo di adattare il nostro comportamento a seconda di come ci vedono gli altri: genitori, parenti, insegnanti e amici. Per difenderci dalla sofferenza del giudizio, dell’abbandono, del rifiuto creiamo dedali, circondati da spesse mura, per rinchiuderci parti di noi che consideriamo mostruose (Minotauro) e così con l’intento di difenderci ci limitiamo o peggio ci perdiamo. 

Queste mura prima o poi diventano una prigione dalla quale è difficile evadere. Quando il desiderio di uscire dal dedalo diventa forte, indispensabile per vivere si cercano le vie d’uscita e non tutti sono fortunati da intraprendere il viaggio della conoscenza del vero Sé accompagnati dal filo rosso di Arianna (la cura). Sono i momenti difficili che ci spingono a fare appello ai simboli, alle divinità e alle potenze creatrici dell’anima (,Dioniso, Dedalo) che daranno all’uomo ( Teseo) la conoscenza e la forza di sconfiggere il Minotauro ( le nostre paure) e uscire dal dedalo. 

Il mandala è una via utile in questo viaggio "dell’eroe" in quanto permette di perimetrare uno spazio talmente vasto da comprendere la grandezza del Sé..... E’ un viaggio circolare in spirale, che ci porta dall’IO al NOI, è un processo alchemico della coscienza, luce e colore, bianco e nero, pieni e vuoti… è l’inconscio che si rivela in una geometria sacra, attraverso i simboli, il tratto e il colore. Così iniziando l’esplorazione di quel piccolo cerchio (mandala) dentro il quale la persona si è rinchiusa, se ne può tracciare un secondo e poi un terzo e poi infiniti altri concentrici che di volta in volta permettono di entrare in spazi nuovi senza perdersi, un cerchio dentro l’altro che amplia e contiene la coscienza. 

Ho preso a modello antichi insegnamenti, riti e simboli ,provenienti da tante culture, che usano il cerchio come modalità di conoscenza e mescolando metodologia dell’accoglienza, disegno, danza, meditazione, scrittura creativa, teatro e mitologia ho dato vita al progetto “MANDALAVITA” . 
Il progetto è fatto da percorsi circolari che, come in una danza rituale, si intrecciano, si sfiorano, guidano le persone alla conoscenza di sé, all’’incontro con l’altro e al contatto con la natura. L’invito che faccio , attraverso questo progetto multidisciplinare, è di lasciarsi incuriosire, emozionare, abitare fisicamente, poeticamente, esteticamente ed eticamente dal setting mandalico per scoprire che sarà questo, con i suoi principi di realtà, che ci mostrerà qualcosa di noi e degli altri di totalmente nuovo. 
Dopo aver a lungo sperimentato su di me l’effetto del lavoro con il mandala ho iniziato ad insegnarlo in vari ambiti quali quello educativo e rieducativo, consultoriale, di evoluzione personale, ricreativo- esplorativo e posso dire che i risultati sono sorprendenti, soprattutto molto visibili. Credo che ci sia un bisogno individuale e collettivo di incontro con la geometria sacra del mandala e con tutta la potenza e saggezza archetipica che contiene. Sono convinta che è così efficace e ben accetto perché risponde d un bisogno profondo dell’essere umano di apprendere e manifestarsi in autonomia e nel rispetto di sé.

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